LO SPERONE CALCANEARE: la dura verità!!!

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Senti dolore sotto al piede?

Ti hanno prescritto una radiografia?

E ti hanno diagnosticato uno sperone calcaneare?

Non ti preoccupare, non è così grave come può sembrare. Adesso ti spieghiamo perché!

Molto probabilmente il tuo medico ti avrà detto di interrompere il tuo hobby o sport preferito, consigliandoti di intraprendere delle attività a basso impatto che sicuramente non ti piacciono.

“Devi smettere di andare a correre!” avrà sentenziato il dottore, continuando con “Devi cominciare a nuotare, fa molto bene.”

Oppure…

“La causa del tuo dolore è questa spina qui sul calcagno, devi fare un ciclo di onde d’urto che te la toglie e dopo starai sicuramente meglio”

Perchè una spina che molto probabilmente è posizionata lì da diverso tempo dovrebbe essere la ragione del tuo dolore sotto al piede?

CHE COSA E’?

Questa famigerata spina non è altro che un ispessimento, un  accumulo  di tessuto osseo sul tallone nel punto da cui originano la fascia plantare e i muscoli intrinseci del piede.

Si trova molto frequentemente nelle persone che soffrono di talloniti, fascite plantare o tendinite dell’Achilleo (fra il 10% e l’80%),  ma la sua presenza non implica per forza che una persona soffra di queste patologie. Infatti questa formazione ossea è presente anche nelle persone che non lamentano dolore al tallone (dal 10% al 63%)!!!

Questo accrescimento osseo si forma in zone dove è presente una grande forza tensiva, infatti sia il tendine d’Achille che la fascia plantare con i muscoli intrinseci generano durante tutto l’arco della giornata delle trazioni sul tallone.

Secondo la “legge di rimodellamento osseo di Wolff” (1892): l’osso cambia la propria struttura interna e la propria forma esterna come conseguenza di variazioni primarie della forma (vedi urti), sollecitazioni continuative o anche dovuto al solo stare in piedi.

Secondo questa affermazione possiamo dedurre che l’osso è un organo in perenne rimodellamento e che questo si adatta alle condizioni di carico corporeo interne ed esterne.

Quindi, in queste zone dove vengono esercitati degli stress meccanici continui, l’organismo si modifica generando qualcosa che possa aiutare il corpo a sopportare meglio queste forze. In particolare nel tallone si crea questa struttura intermedia definita gergalmente “sperone”.

Non è altro che una struttura più morbida dell’osso del tallone e al tempo stesso più dura della fascia e muscoli limitrofi, con questa conformazione riesce a dissipare al meglio le forze tensive locali.

Un esempio semplice di come funzioni questo adattamento fisiologico lo possiamo ritrovare nell’evoluzione che hanno fatto le spine elettriche.

Un tempo, la parte flessibile del filo elettrico si attaccava direttamente alla parte solida della presa con il rischio che il punto di attacco si potesse rompere o lesionare proprio per le forze che si scaricavano tutte in quel punto.

spina vecchia.jpg

Per prevenire l’usura in quel punto adesso si usa mettere una zona intermedia leggermente più morbida della presa ma più dura del filo che aiuta a sopportare stress meccanici.

Lo sperone calcaneare è associato a tre generi di popolazioni diverse. Le persone anziane hanno più probabilità di presentare uno sperone su una Rx rispetto a una persona giovane. Solo per il fatto di aver vissuto di più.  più tempo uguale più stress meccanici.

Per lo stesso fattore temporale,  chi svolge lavori in piedi è maggiormente predisposto rispetto a chi svolge impieghi sedentari. (il cavatore avrà più probabilità della segretaria)

Invece per quanto riguarda la componente carico, la popolazione delle persone sovrappeso indubbiamente avrà più probabilità di ritrovarsi uno sperone su una lastra rispetto a quelle normopeso.

In definitiva, quando vediamo una spina o sperone calcaneare su una Rx non dobbiamo assolutamente preoccuparci. Adesso sappiamo che questa struttura ossea non è altro che un rimodellamento fisiologico del nostro corpo a degli stress meccanici tensivi.

Quindi quando sentiremo male in queste zone non dobbiamo curare lo sperone, ma la disfunzione e il sovraccarico che ha generato il dolore. Di questa cosa però ne parleremo quando descriveremo la fascite plantare e la tendinite Achillea.

ANDREA BIANUCCI, FT, OMT

  • Specialista in terapia manuale ortopedica
  • Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
  • Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
  • Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali
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