Onde d’urto in fisioterapia

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Agli albori della loro invenzione  negli anni 80 le onde d’urto venivano usate esclusivamente in ambito urologico per bombardare i calcoli renali (litotripsia) e favorirne la risoluzione.

Col passare del tempo è stato visto che questo genere di apparecchiatura non è dotata solo di potere distruttivo, ma ha anche una propria funzione biostimolante e rigenerante nei confronti di tessuti corporei necrotici, patologici o che faticano a ripararsi. Queste ultime due potenzialità trovano molto uso in campo ortopedico e traumatologico.

L’energia sviluppata non è ionizzante. L’origine è di tipo meccanico in quanto sono onde acustiche, pressorie.

COME FUNZIONANO?

Le onde d’urto si dividono in due categorie a seconda della forma dell’onda sprigionata:

  • Onde d’urto focali
  • Onde d’urto radiali
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ONDE FOCALI

Prima di cominciare a descriverle è doveroso dire subito che questo genere di macchinario focale è ad appannaggio esclusivo del medico in quanto vedremo fra poco che è necessario l’utilizzo anche di un’ecografo.

Questo genere di onda si origina da una base ampia fino a svilupparsi e restringersi (focalizzarsi) in una piccola area erogando una grande energia finale. Un esempio abbastanza semplice di questo fenomeno è quello della lente d’ingrandimento esposta al sole: focalizziamo la luce in un unico punto aumentando l’energia del fascio di luce (senza lente la luce non sarebbe in grado di bruciare qualcosa).

Il manipolo dell’onda d’urto svolge il solito compito. Convoglia l’energia generata dal macchinario in un unico punto creando una sola enorme forza biostimolante. Si calcola che possano arrivare fino a una forza di  1500 kg per ogni centimetro quadrato.

Avendo questo tipo di forza e forma, è strettamente necessario un puntamento preciso in modo tale che questa energia non venga sprecata verso tessuti che non ne hanno bisogno. Si richiede quindi un puntamento con l’aiuto di un ecografo che stabilisca con esattezza la dimensione dell’area da trattare e la sua profondità dalla cute.

ONDE RADIALI

Questo genere di onda invece ha forma totalmente opposta rispetto a quella appena descritta. Origina in maniera puntiforme sviluppandosi verso l’esterno un po’ come un sasso gettato in un lago. Le sue onde si allargano gradualmente in maniera ciclica perdendo di forza mano a mano che ci si allontana dall’epicentro.

Il manipolo assomiglia a una pistola. La canna al posto del buco di uscita possiede un applicatore sul quale il proiettile sparato andrà a sbattere, generando così una vibrazione pressoria/acustica che si propagherà sul tessuto interessato.

La massima forza che riescono ad erogare è di 20 kg per centimetro quadrato.

Le onde d’urto radiali sono quelle maggiormente utilizzate in ambito muscolo-scheletrico e possono essere applicate non solo da medici ma anche da fisioterapisti specializzati in quanto non richiedono nessun puntamento.

EFFETTI DI UNA SEDUTA DI ONDE D’URTO

Gli effetti principali per le quali vengono maggiormente utilizzate sono 3:

  1. Iperemia dei tessuti colpiti. Aumenta la circolazione sanguigna, ovvero aumenta l’afflusso di sangue a livello locale.
  2. Fibrinolitica. “Ammorbidisce” i tessuti fibrotici (tessuti morti).
  3. Microangiogenesi. Genera la formazione di nuovi capillari e vasi sanguigni in zone scarsamente vascolarizzate o non vascolarizzate.

I primi 2 effetti sono quelli più sfruttati in quanto permettono un maggior afflusso di sangue in quelle zone che ne hanno bisogno per terminare i proprio processi riparativi. Di solito sono zone che per natura non sono molto vascolarizzate: vedi tendini, entesi, giunzioni mio-tendinee o fasciali.

Nel caso particolare di calcificazioni e spine ossee sfatiamo quindi il mito che le onde d’urto le distruggono. Si genererà piuttosto un processo biologico riparativo che le renderà inizialmente meno dolorose fino alla risoluzione della patologia.

COME E’ UNA SEDUTA DI ONDE D’URTO?

La seduta di solito prevede un bombardamento di circa 2000 colpi. Il numero ovviamente può variare a seconda del distretto corporeo, della profondità e dell’estensione del distretto da trattare.

Durante la seduta è possibile che il dolore del paziente aumenti e che per pochi giorni si riacutizzi fino a tornare come prima, questo fenomeno con i macchinari di ultima generazione è stato quasi del tutto debellato. Il giorno dopo è possibile che vengano fuori piccoli ematomi a seguito del bombardamento.

Questo elettromedicale può essere associato anche ad altre terapie che diminuiscano il dolore immediato come anche ad esercizio terapeutico. In letteratura scientifica si è visto infatti che quest’ultimo può dare risultati più significativi se associato ad onde d’urto in caso di tendiniti o tendinosi.

L’utilità e l’efficacia di questo mezzo si basano ovviamente anche sull’esperienza e la conoscenza del terapista che può sfruttare al meglio questo potenziale insieme a tutti gli altri tipi di trattamento attivo e/o passivo associabili.

INDICAZIONI

Le onde d’urto trovano indicazione particolare in tutte quelle patologie dove è richiesto un maggior afflusso sanguigno o che faticano a riparare e guarire. In particolare si tratta di:

  • Epicondilite, epitrocleite
  • Tendiniti, tendinosi, tendinite calcifica
  • Trocanterite
  • Fascite plantare
  • Fibrosi, fibrosi muscolare
  • Entesiti
  • Ritardi di consolidazione di fratture

CONTROINDICAZIONI

Tumori, trattamento dell’area pelvica in caso di gravidanza, cartilagine di accrescimento, aree vicine ai polmoni o alla spina dorsale.

A cura di:

ANDREA BIANUCCI, FT, OMT

  • Specialista in terapia manuale ortopedica
  • Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
  • Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
  • Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali
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