PARKINSON: COS’E’ E COME POSSIAMO AFFRONTARLO

 In BLOG

Cos’è il morbo di parkinson?

Il morbo di parkinson è una malattia neurodegenrativa che solitamente ha un esordio lento e progressivo. E’ la più frequente delle patologie neurologiche del gruppo » disordini del movimento» in quanto coinvolge le funzioni del controllo del movimento e dell’equilibrio.

Colpisce sia gli uomini che le donne con un esordio avviene solitamento intorno ai 58-60 anni con una piccola percentuale di casi in cui abbiamo un esordio giovanile tra i 21 e i 40 anni di età.

Il parkinson colpisce alcune aree profonde del cervello, chiamate nuclei della base, che hanno il compito di produrre una sostanza chiamata DOPAMINA, fondamentale per il controllo del tono muscolare e dei movimenti, perciò la mancata o diminuita produzione di questa sostanza provoca rigidità muscolare e tremore.

Quali sono i sintomi?

Dal punto di vista clinico il Parkinson è caratterizzato dall’insorgenza di 4 sintomi principali:

  1. TREMORE, presente soprattutto a riposo e che può sparire durante i movimenti volontari. Ha un ritmo regolare, si manifesta soprattutto negli arti ed è solitamente più marcato nelle mani.

E’ condizionato dalle emozioni, dalla fatica mentale e fisica, spesso si manifesta durante l’esecuzioni di movimenti con l’arto controlaterale, cioè durante un movimento eseguito con l’altro arto; raramente sono colpite da tremore anche la mandibola, la lingua e le labbra.

  • RIGIDITA‘, è presente un aumento del tono e della rigidità delle masse muscolari soprattutto durante i movimenti passivi. Può colpire un solo lato, un solo arto oppure tutti e 4 gli arti, scompare con il riposo assoluto e aumenta con le emozioni e con il freddo.

Il paziente con morbo di parkinson si presenta generalmente con testa, spalle e tronco in flessione cioè con una postura » curva in avanti» con gomiti e ginocchia leggermente piegati; La camminata è lenta e a piccoli passi, senza il movimento pendolare delle braccia.

  • TURBE DELLA POSTURA, il paziente ha difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio sia in piedi che seduto. Durante la marcia una piccola spinta o il raddrizzamento della testa possono causare una perdita di equilibrio così come da seduto ha la tendenza a » cadere all’indietro».
  • ACINESIA, cioè la difficoltà ad iniziare il movimento come ad esempio il cammino (fenomeno della festinazione), l’assenza di espressioni del viso e della gestualità, e la perdita della coordinazione dei movimenti ritmici e ripetitivi come battere le mani. Come consequenza abbiamo una difficoltà nello svolgimento dei movimenti fini che rendono difficoltose alcune attività della vita quotidiana, quali abbottonare i bottoni, lavarsi ecc…

Questi pazienti sono soggetti a cadute frequenti in quanto tendono ad incrociare le gambe durante il cammino o nel superamento di un ostacolo, hanno difficoltà nei cambiamenti posturali dalla stazione seduta a quella in piedi, presentano retrazioni tendinee e muscolari e una progressiva acinesia. Tutte queste componenti portano il paziente a muoversi il meno possibile e di conseguenza all’immobilità.

I 4 stadi del parkinson

  • STADIO 1: Parkinson iniziale

In questo primo stadio abbiamo un rallentamento nell’esecuzione dei movimenti e una sensazione di «impaccio motorio», questa fase viene spesso confusa con una sindrome depressiva.

  • STADIO 2: Parkinson conclamato

Inizia in questa fase la rigidità degli arti, soprattutto degli arti superiori

  • STADIO 3: Parkinson complicato

Viene chiamato così perchè abbiamo un blocco importante dei movimenti quali girarsi nel letto, festinazione, cioè difficoltà ad iniziare il cammino, e problemi cognitivi dovuti alla degenerazione di alcune aree del cervello.

  • STADIO 4: parkinson terminale

Intesa come lo stadio più avanzato della patologia in cui il paziente ha molte difficoltà nel cammino, spesso è un paziente allettato, non più in grado di svolgere le attività della vita quotidiana.

In tutti e 4 gli stadi il trattamento fisioterapico è INDISPENSABILE!

La fisioterapia per questi pazienti spazia dalla riabilitazione neuromotoria, neurocognitiva, alla riabilitazione occupazionale e logopedica senza dimenticare l’educazione sanitaria dei pazienti e dei famigliari che li assistono, si basa quindi su un approccio multidisciplinare.

Il trattamento riabilitativo deve essere incentrato sulle difficoltà e sui bisogni del paziente e dei suoi famigliari e quindi sarà personalizzato su ogni singolo paziente.

Gli obiettivi principali della Riabilitazione nel parkinson sono:

  • Migliorare o recuperare leautonomie del paziente
  • Recuperare la mobilità e le rigidità
  • Migliorare la postura
  • Recuperare il cammino con il movimento pendolare delle braccia
  • Ridurre il rischio di cadute riducendo il fenomeno della festinazione cioè il «blocco del primo passo»

La fisioterapia dovrebbe essere svolta quotidianamente eseguendo esercizi sia in strutture riabilitative che a domicilio in modo da raggiungere l’obiettivo primario che è il mantenimento e miglioramento dell’ autonomia nelle attività quotidiane del paziente.

Gli esercizi di mobilizzazione passiva per il recupero della mobilità e per la riduzione delle rigidità, devono essere lenti e dolci per evitare di scatenare il tremore inoltre è consigliabile spiegare al paziente cosa facciamo prima iniziare il trattamento.

Fondamentali sono gli esercizi di rinforzo muscolare globale, di core stability e di equilibrio per prevenire le cadute e rendere il paziente più sicuro e tranquillo nello svolgimento delle attività di tutti i giorni.

Aiutare e migliorare la respirazione lavorando sui muscoli diaframmatici per incrementare i parametri vitali e per ridurre rigidtà e tremore.

La mimica facciale è un altro punto fondamentale sul quale porre attenzione in quanto spesso il paziente con morbo di parkinson tende a diventare ipomimico e quindi a perdere la mimica facciale, perciò è utile eseguire esercizi in gruppo o esercizi davanti allo specchio estremizzando le espressioni del volto come ridere, piangere, ecc…

Un intervento riabilitativo tempestivo e personalizzato sulle caratteristiche ed esigenze di ogni paziente permette di:

  • Rallentare la progressione della patologia
  • Migliorare la qualità di vita dei pazienti sia a livello fisico che psicologico in quanto spesso questa patologia crea insicurezze e disagi che nel tempo portano alla progressiva diminuzione delle attività sociali del paziente e, in alcuni casi, alla depressione.
  • Evitare e prevenire l’insorgenza di problemi secondari come sindromi respiratorie o allettamento

In conclusione…

La fisioterapia nel paziente affetto da Parkinson è fondamentale e complementare alla terapia farmacologica. Deve esssere un approccio globale che cura corpo e mente della persona dando particolare attenzione agli aspetti psicologici che giocano un ruolo molto imporatante nel mantenimento di una buona qualità di vita privata e soprattutto sociale.

A cura di:

Elisa Bianchetti

  • Riabilitazione neurologica
  • Rieducazione funzionale globale
  • idrokinesiterapia
Recent Posts