Chirurgia Vertebrale

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Attacco di Lombosciatalgia – Presenza di ernia del disco?

La lombalgia (Low Back Pain o LBP) è considerata una tra le patologie più diffuse maggiormente invalidanti. Rappresenta  il secondo motivo principale per cui

si richiede la consultazione di cure primarie e la causa principale per cui si richiede tale consulenza è rappresentata dal disco intervertebrale

 

 

HO UN ERNIA DEL DISCO! COSA SIGNIFICA?

Il disco intervertebrale svolge un ruolo molto importante nell’ammortizzazione, nel supporto vertebrale, consentendo un ampia gamma di movimenti in tutte le direzioni.

Il disco intervertebrale è costituito da una parte periferica chiamata “anulus o anello fibroso”, e da una parte centrale “gelatinosa” detta nucleo polposo.

L’ernia del disco è la conseguenza di una piccola rottura o lacerazione dell’anulus fibroso, o un suo sfiancamento, con conseguente dislocazione del nucleo polposo.

Può compromettere le strutture nervose adiacenti responsabili della comparsa di parestesie:

  • formicolio,
  • intorpidimento,
  • riduzione della sensibilità cutanea,
  • dolore,
  • bruciore,
  • sensazione di caldo o freddo
  • impotenza funzionale dell’arto (es. riuscire a tirare su un piede).

QUAL È IL TUO SINTOMO?

-Manifesti una perdita di forza all’arto inferiore? Difficoltà a dorsi flettere la caviglia?

-Perdita di sensibilità tattile?

-Dolore alla gamba lungo il territorio di innervazione di L4 – L5 – S1?

-Alterazione dei riflessi (ROT)?

Probabilmente il tuo dolore è dovuto dalla presenza di un’ernia del disco che comprime la radice nervosa!

HO UN ERNIA DEL DISCO! COSA SIGNIFICA?

Il disco intervertebrale svolge un ruolo molto importante nell’ammortizzazione, nel supporto vertebrale, consentendo un ampia gamma di movimenti in tutte le direzioni.

Il disco intervertebrale è costituito da una parte periferica chiamata “anulus o anello fibroso”, e da una parte centrale “gelatinosa” detta nucleo polposo.

L’IMPORTANZA DI AFFIDARSI AD UNA SQUADRA DI SPECIALISTI

Negli ultimi anni l’approccio prevalente della chirurgia moderna ha evidenziato una sempre maggiore precauzione nell’eseguire interventi per la chirurgia vertebrale.

Alcuni importanti studi hanno indicato come troppo spesso le principali indagini diagnostiche strumentali mostrano, in soggetti asintomatici, condizioni ritenute patologiche quali protrusioni, ernie discali e stenosi, e quindi situazioni di falsa positività che tendono ad aumentare con l’innalzarsi dell’età.

La discrepanza tra la diagnostica per immagini e la sintomatologia clinica è riportata da vari autori confermando che una sintomatologia algica possa risolversi con un intervento conservativo o grazie alla storia naturale di queste affezioni. Infatti, a media e lunga distanza, non vi sono sono differenze significative nei risultati tra chirurgia e trattamento conservativo.

QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA NECESSARIA?

Quando la situazione clinica del paziente lo richiede, l’intervento chirurgico può essere necessario. I principali interventi adottati sono la rimozioni di un’ernia discale, la correzione di una stenosi e la stabilizzazione di un segmento instabile (artrodesi).

Sono svariate le tecniche chirurgiche rivolte a queste condizioni patologiche, ma, indipendentemente dalla scelta adottata, è importante la collaborazione di un team multidisciplinare, composto dal  fisioterapista, il neurochirurgo ed il medico di riferimento.

TI SEI OPERATO? L’IMPORTANZA DI UNA PRECOCE FISIOTERAPIA

La rieducazione post chirurgica, infatti, dovrebbe collocarsi come proseguimenti ed ottimizzazione dei risultati dell’intervento stesso. Un paziente, sottoposto ad un intervento chirurgico per risolvere una patologia del rachide, va considerato come un soggetto in cui sono presenti contemporaneamente una condizione post traumatica e una disfunzione strutturale più o meno grave, in relazione al tipo di intervento.

I nostri centri di fisioterapia di fiducia, lavorando secondo le attuali evidenze scientifiche in campo medico, suggeriscono un approccio precoce del paziente post operato, in quanto una fisioterapia intensiva nelle prime 4 settimane sono in grado di ridurre maggiormente il dolore e la disabilità rispetto al riposo di 6/8 settimane prima del ritorno alla piena attività.

Quindi il nostro consiglio è il seguente: FARE DELLA FISIOTERAPIA IL PIU’ PRECOCEMENTE POSSIBILE.

Il nostro obiettivo principale è il ripristino dei  corretti automatismi statici  e dinamici, per recuperare le possibilità di carico e la motricità. Considerato che il muscolo multifido è spesso atrofico nei pazienti operati,  e data la sua importanza nella stabilizzazione della colonna lombare, bisogna riattivarne, quanto prima possibile, la sua funzionalità.

SEI PREOCCUPATO DA TUTTO CIO’?? NIENTE PANICO!

Ti educheremo verso una ripresa graduale delle attività, consentendoti di ritrovare la fiducia nel movimento e nella possibilità di poter caricare la tua schiena senza provare dolore.

Ti insegneremo esercizi di risveglio della funzione stabilizzatrice lombare iniziando dalla percezione e dalla propriocezione, diminuendo progressivamente il tempo di utilizzo della fascia lombare nelle situazioni giornaliere più stressanti. Tale approccio serve a non far trovare impreparata la muscolatura della schiena al momento dell’abbandono della fascia lombare e di non incoraggiarti a delegare ad un ausilio la forza della tua schiena.

Nelle prime sedute potremmo attuare esercizi di rieducazione respiratoria e di mobilizzazione dei cingoli. In seguito, man mano che le possibilità di carico lo renderanno possibile, bisognerà proseguire con le mobilizzazioni graduali e specifiche del segmento lombare: tecniche di terapia manuale in estensione, stretching legamentoso, auto eutoelongazioni etc.

Per i movimenti accessori, si possono avviare caute mobilizzazioni della radice nervosa, si intensificheranno gli esercizi propriocettivi e di ricondizionamento muscolare. Si useranno tecniche di Maitland per i movimento accessori, quelle di Butler per le mobilizzazioni del sistema nervoso, mentre per gli esercizi di stabilizzazione del rachide e delle disfunzioni di movimento saranno applicate le migliori tecniche di rieducazione secondo Evidence Based Medicine.

SEI IN OTTIME MANI!

ANDREA BIANUCCI, FT, OMT

  • Specialista in terapia manuale ortopedica
  • Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
  • Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
  • Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali

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