Sindrome ipocinetica

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QUANDO LA SEDENTARIETA’ PUO’ DIVENTARE UNA PATOLOGIA GRAVE

Passare troppo tempo sul divano o su una poltrona può essere molto rilassante e riposante ma purtroppo può determinare anche effetti negativi sul nostro corpo, colpendo in maniera importante ossa, muscoli e articolazioni.

Questa condizione di eccessiva perdita di mobilità può portare ad una condizione denominata SINDROME IPOCINETICA e può riguardare non solo i soggetti che sono allettati per gravi patologie ma purtroppo anche soggetti che, se pur non coinvolti in gravi patologie, azzerano ogni loro movimento andando incontro come vedremo a seri problemi.

PERCHE’ UN SOGGETTO PUO’ IMMOBILIZZARSI?

Quando parliamo di soggetti che si immobilizzano le cause possono davvero essere molte come ad esempio in presenza di:

  • Patologie dell’apparato muscolo scheletrico: infatti in situazioni di importanti quadri artrosici, osteoporotici, fratture, post interventi chirurgici
  • Malattie neurologiche: ictus, malattia di Parkinson, demenza senile
  • Malattie cardio-vascolari: scompenso cardiaco, dispnea da sforzo, cardiopatie
  • Malattie polomonari
  • Riduzione della vista: cataratta, retinopatie
  • Cause psicologiche: depressione, evitamento da paura, timore nel cadere, catrastofismo, mancanza di motivazione, stimoli e obiettivi.
  • Fattori socio-ambientali: problemi familiari, solitudine, malnutrizione, barrire architettoniche come ad esempio abitare in appartamenti a piani alti con diverse rampe di scale, non possedimento di ausili come treppiedi, girelli e deambulatori.

I veri nemici di questa condizione sono il trascorrere toppo tempo a letto, poltrone e divani che possono ridurre l’attività fisica e mentale del nostro corpo con i seguenti organi e apparati che possono deteriorarsi

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI UN IMMOBILIZZAZIONE PROLUNGATA?

  • Alterazione dell’apparato di movimento
  • Deterioramento mentale
  • Alterazione cardiocircolatorie
  • Alterazione dell’apparato respiratorio
  • Alterazione del tratto gastroenterico
  • Alterazione dell’apparato uro-genitale
  • Alterazione del derma e della pelle

Vediamoli nello specifico:

ALTERAZIONI APPARATO DI MOVIMENTO

Il nostro corpo è costituito da ossa, articolazioni, muscoli ecc ecc i quali riescono a mantenere una loro integrità solo se costantemente tenuti in movimenti, garantendo una lubrificazione continua delle articolazioni ad opera delle capsule articolari e un elasticità dei muscoli, tendini e legamenti.

Inoltre possono essere presenti quadri di contratture muscolari, e fibrosi di tendini e capsule.

Infatti protratte condizioni di immobilità non fanno altro che irrigidire tutte le articolazioni le quali, se soggette ad artrosi, osteoporosi, possono peggiorare in maniera molto più veloce e invalidante per il soggetto.

DETERIORAMENTE MENTALE

Una condizione di limitazione fisica, ha purtroppo anche delle ripercussioni a livello psicologico.

Una “chiusura” del nostro corpo ad attività motorie può determinare in situazione di apatia con difficoltà di attenzione, una riduzione di interessi e anche un incremento di deficit affettivi.

Queste sono tutte situazioni che possono sfociare in quadri di isolamento importanti con un incremento dello stress personale fino purtroppo alla depressione.

ALTERAZIONI CARDIOCIRCOLATORIE

Il cuore e tutto il sistema cardiocircolatorio svolgono un ruolo vitale per la nostra sopravvivenza e la pompa cardiaca ha bisogno del nostro movimento per garantire un corretto apporto di sangue a tutti gli organi e tessuti.

Purtroppo un quadro di immobilità prolungato, ma anche una riduzione importante di mobilità, possono portare a quadri di labilità pressoria con un incremento della pressione anche a riposo.

Situazioni di ridotta gittata cardiaca, ovvero una riduzione di spinta di sangue del cuore, può determinare situazioni di forte stress cardiaco in pz sani ma soprattutto in pz on già un quadro cardiaco compromesso.

Inoltre labilità pressorie possono determinare eventi di trombosi venose con possibili complicanze tromboemboliche a livello di tutto il corpo.

ALTERAZIONI APPARATO RESPIRATORIO

Una riduzione importate di attività motoria può creare una importante sofferenza ai nostri polmoni i quali in condizioni ottimali devono garantire afflussi di ossigeno a tutto il nostro corpo.

La immobilità ma anche una riduzione importante di attività motoria posso determinare una importante riduzione della ventilazione polmonare con riduzione di ossigeno con importanti quadri di ipossiemia con deterioramento importante per organi come il cervello.

ALTERAZIONI DEL TRATTO GASTRO-ENTERICO

In quadri di riduzione importate del movimento, anche i nostri organi adibiti alla digestione, possono andare incontro ad una riduzione del loro lavoro quotidiano, manifestando quadri di stipsi e anoressia.

ALTERAZIONI APPARATO URO-GENITALE

Un non corretto e costante movimento può determinare anche una sensazione minore di idratarsi durante la giornata.

Infatti in nostro corpo “addormentandosi” può darci a noi la sensazione di meno necessità di acqua, riducendo ancora di più l’idratazione giornaliera, che già in condizioni di benessere viene garantita con difficoltà da oltre 50% della popolazione.

Questo può portare ad un non corretto lavoro di filtraggio dei nostri reni, con un ristagno anche di urina in vescica, andando a determinare quadri di cistiti e urolitiasi.

ALTERAZIONI DEL DERMA E DELLA PELLE

Il mantenimento di posizioni statiche protratte può andare a creare degli stress di compressione importanti sulla nostra pelle, e in quelle zone articolari dove lo spessore della pelle e molto ridotto possono crearsi quadri di ulcere da decubito le quali renderanno ancora più difficili il ritorno ad attività motorie.

QUALI POSSONO ESSERE LE PREVENZIONI DA SINDROME DA IMMOBILITA’?

Come abbiamo letto, questa sindrome, da delle ripercussioni su tutti gli organi, non risparmiando nemmeno la sfera psicologica.

Risulta quindi essere davvero un quadro molto pericoloso e subdolo da dover trattare con professionalità ma anche con tempismo, coraggio e impegno.

Ecco alcune aspetti da mettere subito in atto:

  • Stare a letto il meno possibile:

i pz anziani devono stare a letto il meno possibile; anche in condizioni di grave patologie bisogna cercare la posizione anche seduta a bordo letto almeno per qaulche ora.

  • Fondamentale la mobilizzazione di tutto il corpo: qui gioca un ruolo fondamentale la presenza di un fisioterapista, che in maniera regolare durante la settimana, dovrà mobilizzare il pz prima a letto, poi in posizione seduta e infine andare a cercare la posizione in piedi e dove possibile anche l’esecuzione di piccoli spostamenti facendo eseguire una deambulazione in tutta sicurezza per il pz
  • Stimolare il soggetto a muoversi e arrangiarsi: ricercare il più possibile la presenza a tavola dell’anziano per mangiare, evitando il cibo a letto.

Posizionare l’anziano in ambienti stimolanti, come il salotto, con la presenza di altre persone per socializzare, la presenza di animali che stimolano l’attenzione nei loro riguardi.

Utilizzo dispositivi elettronici per TV e musica per stimolare e mantenere attivi i processi attentivi e di critica.

  • Utilizzo di poltrone e divani da dove sia possibili sedersi ed alzarsi senza difficoltà e possibilmente senza troppo aiuto da terza persone.
  • Evitare il più possibile pavimenti scivolosi, la presenza di tappeti dove poter inciampare, utilizzo di corrimani per agevolare gli spostamenti senza paura.
  • Fondamentale individuare ambienti e/o stanze da dove possa essere facile seguire la vita domestica e magari vedere la vita all’esterno come balconi, terrazzi e giardini.
  • Far recuperare attività motorie e anche manuali che possano andare a stimolare l’anziano in attività funzionali/lavorative anche svolte prima della patologia, per risvegliare un effetto gratificante e motivazionale.
  • Fondamentale il ruolo del fisioterapista nell’educare, preparare ed istruire i familiari nell’esecuzione di semplici compiti ma dall’importanza fondamentale per l’anziano.

PICCOLI GESTI PER FARE LA DIFFERENZA!

Come abbiamo letto la sindrome da immobilità può andare a colpire e indebolire tutto il nostro corpo.

Le terapie da fare sono molteplici ma anche facilmente realizzabili visto che l’importanza fondamentale risiede nel tenere “sveglio” il nostro corpo senza andare per forza alla ricerca dell’esecuzione di compiti difficili.

Un ruolo fondamentale viene svolto dal fisioterapista il quale, con una fisioterapia domiciliare specifica per il pz, può aiutare a recuperare in maniera graduale un autonomia nel pz.

Inoltre un ruolo crociale del fisioterapista stà nell’educare e stimolare il nucleo familiare del pz che deve rapportarsi al caro familiare con grinta e passione, non facendosi scoraggiare ma anzi mantenendo un po di “polso” nel motivare il caro familiare a sgrollarsi di dosso una situazione di immobilità globale.

Noi della Fisioterapia Forte dei Marmi gestiamo quotidianamente, sia in studio sia direttamente a casa del pz, programmi di recupero funzionale globale per ogni patologia con risultati molto soddisfacenti.

I miglioramenti che si possono ottenere sono di fondamentale importanza per il proseguo della vita del nostro pz e la spinta emotiva che può generare eseguire anche piccoli compiti a casa, permetterà di recuperare una forte motivazione e ambizione nel pz che gli permetteranno di tornare in forma e a sorridere.

MATTEO SANTOLI,   FT, CAS

  • Terapia Manuale disturbi muscolo-scheletrici
  • Fisioterapista problematiche chirurgiche e non chirurgiche spalla, anca, ginocchio.
  • Fisioterapista recupero in ambito sportivo
  • Fisioterapista problematiche di Dolore Cronico
  • Fisioterapista Nazionale Italiana Triathlon
https://www.linkedin.com/in/matteo-santoli-452302125



Matteo Santoli
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