LOMBALGIA

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Breve viaggio tra mito e verità

Lombalgia, mal di schiena, colpo della strega, sciatalgia? Tanti termini più o meno tecnici che però definiscono una categoria di patologie riunibili sotto un unico tetto. Hanno caratteristiche che si assomigliano a seconda delle strutture interessate o del momento in cui accadono, ma stiamo parlando della stessa cosa.

A breve comprenderete tutto, prima è necessario partire un po’ più indietro. Per comodità adesso utilizzeremo il termine lombalgia, poi entreremo nei dettagli.

Con la parola “lombalgia” si intende letteralmente “mal di schiena”, in quanto deriva dall’unione di lombo e algia  dolore in zona lombare.

La lombalgia è la principale causa di dolore muscolo scheletrico per la quale i pazienti si rivolgono a un medico o a un fisioterapista. La letteratura ormai ha sviscerato in tutte le maniere questa patologia. I numeri attuali in nostro possesso affermano che:

  • l’84% della popolazione avrà nel corso della propria vita almeno un episodio di lombalgia
  • il 23% svilupperà una lombalgia persistente
  • solo l’11-12% di questi sarà affetta da lombalgia che li renderà disabili

(Airaksinen O; European guidelines for the management of chronic nonspecific low back pai;. 2006 )

Prima di parlare di quali possono essere le cause di lombalgia è necessario conoscere meglio di cosa stiamo parlando, in particolare sapere cosa è la zona lombare e come è strutturata.

COME E’ FATTA LA COLONNA LOMBARE?

La colonna in generale si può dividere in 4 zone: cervicale ( formata da 7 vertebre), dorsale (12 vertebre con accoppiate 12 paia di costole), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre fuse in un unico osso che si articolano lateralmente con il resto delle ossa del bacino per chiudere il cingolo pelvico e inferiormente con il coccige).

Le vertebre a seconda della loro funzione hanno forma e strutture differenti. Quelle lombari hanno la funzione di sostenere la maggior parte del peso corporeo, questo spiega il fatto che il loro corpo sia più voluminoso rispetto alle altre.

All’interno del foro vertebrale (al centro della vertebra) scorre il midollo spinale: il fascio nervoso principale che trasporta informazioni di tipo motorio e sensoriale; questo poi si diramerà in tanti piccoli rami per ogni foro intervertebrale (ai lati delle vertebre).

Nella parte anteriore, fra una vertebra e un’altra, ci sono i dischi intervertebrali: una struttura con parte esterna fibrosa anulus fibroso e interna gelatinosa nucleo polposo. La loro funzione è quella di ammortizzare e armonizzare i carichi naturali.

Esternamente alle vertebre poi ci sono i vari legamenti e muscoli spinali la cui duplice funzione è quella di garantire stabilità di tutto il complesso e allo stesso tempo permettere il movimento.

QUALI SONO LE CAUSE DI LOMBALGIA?

Le strutture che possono produrre i sintomi di mal di schiena sono diverse. A quelle che abbiamo citato poco fa si possono aggiungere anche i visceri, il sistema cardiovascolare o infiammazioni dovute a malattie di carattere sistemico.

Il blocco vertebrale acuto, o meglio conosciuto colpo della strega, è un evento piuttosto raro. Il dolore difficilmente ha una sola causa. Spesso si tratta dell’unione di più concause o fattori di rischio scatenanti, più ce ne sono più la probabilità di incappare in una lombalgia è alta. (se vuoi saperne di più sui fattori di rischio Clicca qui  Risk Factors for Low Back Pain: A Population‐Based Longitudinal Study; Rahman Shiri; American College of Rheumatology)

Un esempio semplice sui fattori di rischio.

Prendiamo una persona fumatrice, in sovrappeso, che conduce una vita sedentaria e un lavoro faticoso e ripetitivo. Magari con una colonna sofferente con iniziali segni di artrosi e con degli schemi motori di movimento alterati. E magari anche con pregressi episodi di lombalgia e con la paura di muoversi per non sentire dolore.

In questo caso abbastanza comune per un fisioterapista dobbiamo prendere in considerazione tutto il quadro e non solo la singola struttura anatomica della colonna che in quel momento sta generando dolore.  Non trattiamo il sintomo ma tutto il sistema!

Per questo è necessaria una valutazione attenta e accurata da parte di uno specialista del settore.

Dopo tratteremo all’inizio sì la zona dolorosa nella schiena, ma si tratta solamente della punta dell’iceberg.

Molti mi dicono: “Sì, hai ragione, ma nella risonanza c’è scritto che ho delle ernie.”

Le metodiche diagnostiche moderne permettono di verificare l’integrità e la qualità delle strutture della tua schiena ma la relazione tra queste e il tuo dolore è piuttosto bassa. Che cosa vuol dire?

Che puoi avere ernie del disco, bulging discali, protrusioni discali, artrosi o ipertrofia delle faccette articolari senza avere dolore.

Non ci credi? Clicca qui!

Questa dura verità per i pazienti è stata scoperta dal Prof. Boden nel 1990 con uno studio (Abnormal magnetic-resonance scans of the lumbar spine in asymptomatic subjects. A prospective investigation.) nel quale veniva fatta una risonanza magnetica a soggetti che non avevano dolore. Ergo, una piccola parte dei mal di schiena ha cause strutturali (esempio una frattura o un tumore) mentre la stragrande maggioranza è dovuta a diverse concause.

Cause primarie o secondarie di lombalgia e che il fisioterapista può affrontare in prima battuta:

  • ernia del disco
  • protrusioni discali
  • trigger point e disturbi muscolari
  • artrosi
  • schemi motori alterati o disfunzioni del movimento
  • spondilolistesi
  • fratture lombari
  • disturbi psicologici/stress

Altre patologie di carattere non muscolo scheletrico che possono causare mal di schiena e che è necessario individuare per evitare perdite di tempo e trattamenti superflui:

  • tumori
  • coliche renali
  • disturbi gastrointestinali
  • infezioni
  • aneurisma dell’aorta

COSA PUO’ FARE IL FISIOTERAPISTA?

A seconda del momento in cui il paziente si presenta dallo specialista,  il fisioterapista dopo una accurata valutazione funzionale può svolgere diversi generi di terapia

Se ci troviamo di fronte a uno stato acuto, come primo obbiettivo dobbiamo indubbiamente diminuire il dolore causato dal mal di schiena. Il fisioterapista tramite tecniche di terapia manuale articolare o miofasciale e con l’aiuto di elettromedicali come tecarterapia, laser o correnti antalgiche utilizzati con i parametri corretti può subito alleviare i sintomi. L’utilizzo di questi macchinari con il proseguire della terapia deve essere ridotto o evitato nelle fasi successive in favore dell’esercizio terapeutico.

Tutte le linee guida internazionali sul trattamento della lombalgia concordano che l’esercizio è il perno fondamentale del piano riabilitativo in quanto promuove l’indipendenza del paziente. In caso di forte dolore acuto viene consigliato l’utilizzo di farmaci infiammatori non steroidei (FANS) e di miorilassanti, ma solo nei primi momenti.

Estremamente importante è l’educazione del paziente. Così come in questo articolo, il buon fisioterapista deve insegnare che il dolore non coincide con il danno e che muoversi, anche se con piccoli fastidi che ne deriveranno, sarà utile per recuperare il più velocemente possibile. L’ottimo terapista sconsiglia il riposo a letto o l’utilizzo di bustini in quanto non ci sono evidenze positive in letteratura scientifica.

Quindi il fisioterapista:

  • educa il paziente
  • sconsiglia il riposo a letto
  • esegue trattamenti di diverso tipo per ridurre il dolore
  • insegna esercizi utili per risolvere il tuo mal di schiena

COSA PUO’ FARE IL PAZIENTE?

Il consiglio principale che possiamo dare a tutti i pazienti e in generale a tutte le persone che soffrono di mal di schiena o che vogliono prevenirlo è quello di muoversi. Facendo pratiche sportive o anche esercizi di ginnastica quotidiana poco importa purchè sia muoversi. Cercare di diminuire il più possibile i fattori di rischio e, se ci fosse necessità, di rivolgersi a un fisioterapista specializzato nel trattamento di lombalgie.

FAQ

In questa area troverai la risposta alle domande più frequenti dei pazienti. Se il tuo dubbio non fosse fra questi non esitare a contattarci, un fisioterapista sarà sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Quanto dura il mal di schiena? Dalle ricerche scientifiche sappiamo ormai che il 65% delle lombalgie si autorisolvono (senza fare nulla) al massimo entro le 12 settimane (Clicca qui).

C’è qualcosa che è fuori posto? O qualcosa che va riallineato? Mi dispiace ma la ricerca scientifica negli ultimi anni ha ampliamente dimostrato che non c’è nulla da riallineare o rimettere a posto, quindi puoi stare tranquillo e dormire serenamente.

A proposito di dormire, vogliamo parlare di materasso? Al contrario del mito del materasso ortopedico durissimo o rigido che si voglia, negli ultimi anni è stata prodotta in questa direzione qualche ricerca scientifica. Dormire su materassi di media rigidità migliora la qualità del sonno e diminuisce l’assunzione di antidolorifici per il mal di schiena (clicca qui) (Francisco Kovacs; The Lancet; 2003). Un più recente studio del 2006 sul Journal of Chiropractic Medicine (Jacobson) (clicca qui) invece ha dimostrato come dormire su un materasso nuovo rispetto a uno vecchio di 5 anni migliori la qualità del sonno e il mal di schiena percepito.

E invece come mi devo posizionare a letto? È impensabile cambiare la propria posizione naturale confortevole per addormentarsi, per due motivi. Primo perché durante la notte ci si muove spontaneamente di continuo, secondo perché non esiste una posizione panacea per il mal di schiena. Ogni posizione ha i propri pregi e difetti. Se hai una lombalgia in corso informati dal tuo fisioterapista su quale possa essere la posizione più idonea per la tua condizione.

ANDREA BIANUCCI, FT, OMT

  • Specialista in terapia manuale ortopedica
  • Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
  • Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
  • Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali

www.linkedin.com/in/andreabianucci89

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