Iperlordosi?

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SOFFRI DI MAL DI SCHIENA E TI HANNO DETTO CHE HAI “L’IPER-LORDOSI”? FACCIAMO CHIAREZZA SU COSA È, SU COME CURARLA!!!

La rinomata iperlordosi è un vera  preoccupazione per tante persone, impaurite da quella curva della schiena che, inarcata oltre la “normalità”, crea brutti pensieri di dolore alla schiena e patologie associate.

Cosa significa iperlordosi lombare?

Innanzitutto è importante chiarire che l’iperlordosi non è una patologia, come molti invece la considerano. Spesso si sente dire con amarezza e rassegnazione “ho l’iperlordosi” oppure “non posso fare questo esercizio perché ho l’iperlordosi”, come se questa condizione fosse davvero una malattia da guarire.


L’iperlordosi è invece una semplice modificazione della fisiologica lordosi lombare che, come dice il prefisso stesso iper-, è più accentuata del normale (la famosa schiena inarcata). Questa alterazione è accompagnata da conseguenze estetiche e, talvolta, anche funzionali che possono sfociare nei casi peggiori in dolore.

Iperlordosi, come curarla!!!

L’iperlordosi lombare dovuta a una postura consolidata nel tempo, se da un lato favorisce un miglior profilo, dall’altro lato può instaurare sindromi da sovraccarico che possono creare anche dolore nel lungo periodo. L’estensione eccessiva del rachide lombare, infatti, può sovraccaricare eccessivamente le faccette articolari vertebrali e, nei soggetti più anziani con già presenti alterazioni del disco intervertebrale e/o ernie e protrusioni può diminuire ulteriormente lo spazio di scorrimento delle radici nervose. Tutto ciò anche associato alla possibile presenza di contratture nella muscolatura lombare può scatenare dolore alla schiena acuto e cronico.

Ma come nasce l’iperlordosi? Come ridurre l’iperlordosi lombare?

Per capirlo dobbiamo sapere che la curvatura della lordosi lombare è legata alla posizione del bacino e di rimando all’equilibrio dei muscoli che vi si inseriscono. Possiamo dire che:

  • l’antiversione del bacino aumenta la lordosi lombare;
  • la retroversione del bacino diminuisce la lordosi lombare.

Immaginando i muscoli ancorati al bacino come dei tiranti e aiutandoci con la foto vediamo come un disequilibrio muscolare può facilmente portare a una postura consolidata in iperlordosi. Se la muscolatura addominale è debole e i flessori dell’anca sono invece molto rigidi ecco che il bacino non mantiene più il suo allineamento ideale e manda la lordosi lombare in estensione (si inarca).

Il disequilibrio classico di un soggetto in iperlordosi è contraddistinto da:

  • muscoli addominali deboli e lunghi e muscoli ileo-psoas forti e corti
  • estensori della colonna dominanti rispetto agli estensori dell’anca.

Il ridotto controllo degli addominali, in particolare, può essere responsabile di continue dannose antiversioni del bacino e quindi estensioni del rachide lombare durante attività anche semplici di vita quotidiana come camminare.

Cosa fare dunque per ridurre l’iperlordosi lombare?

La valutazione fisioterapica è il primo passo da fare per più motivi:

  • per valutare la storia clinica, i sintomi e l’equilibrio della muscolatura.  Il fisioterapista esaminando attentamente la situazione i vari parametri, stila un piano di trattamento personalizzato senza usare protocolli preconfezionati deleteri;
  • è importante valutare la mobilità intervertebrale della lombare in flesso-estensione, per individuare eventuali rigidità e porvi rimedio tramite adeguate mobilizzazioni settoriali;
  • è importante valutare l’equilibrio e la lunghezza degli addominali e dei flessori dell’anca con l’utilizzo di semplici test eseguiti sul lettino
  • è importante far capire alla persona di ridurre le attività a rischio sovraccarico che portano la lombare in iper-lordosi e la muscolatura in contrazione, e a migliorare invece gli schemi motori alterati dei movimenti che portano la schiena ad inarcarsi eccessivamente.

Una volta chiarito il quadro clinico della persona, viene creato un percorso ad hoc individualizzato composto da trattamenti manuali, esercizi specifici ed educazione posturale

  • Mobilizzazione manuali delle parti vertebrali lombari rigidi in flessione.
  • Rinforzo addominale in progressione, con enfasi sul controllo del bacino e sul reclutamento del muscolo trasverso dell’addome anche durante movimenti di vita quotidiana.
  • Esercizi di allungamento dei muscoli flessori dell’anca riscontrati eccessivamente corti e dominanti durante i test (stretching ileo psoas, tensore della fascia lata, retto del femore);
  • Stretching dei muscoli erettori spinali.
  • Insegnamento delle corrette posture quotidiane e della corretta esecuzione dei movimenti più a rischio a casa e degli esercizi più a rischio in palestra. Consigli utili per diminuire lo stress lombare durante il lavoro.
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