Tendine di Achille

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Hai dolore al tendine di Achille quando corri o dopo che hai corso???

Allora questa articolo può esserti di aiuto!

L’infiammazione al tendine di Achille colpisce ogni anno runner, di ogni età, con una percentuale intorno al 80-90%.

Questi numeri davvero ampi purtroppo, spingono molti podisti ad abbandonare la corsa non ritenendola sicura per la loro salute e addirittura pericolosa per le loro articolazioni e tendini.

E’ bene fin da subito puntualizzare come tutte queste siano credenze FALSE e non supportate dalla letteratura scientifica, che anzi dimostra come correre possa portare dei benefici al nostro corpo, rinforzandolo e anche alla nostra mente!.

Ovviamente per godersi a pieno tutti i benefici della corsa è bene ascoltare i segnali di dolore e/o fastidio che il nostro corpo ci invia e affidarsi a fisioterapisti specializzati nelle problematiche di corsa al sopraggiungere di un infortuni.

Quindi oggi eccoci qua a parlare della tendinite di Achille, una infiammazione temutissima da ogni podista, ma che se approcciata con terapie giuste e ATTIVE ci permetterà di tornare a correre anche più forte di prima.

DOVE E’ E COSA FA IL TENDINE DI ACHILLE?

Il tendine di Achille è il più robusto tendine del nostro corpo ed è in grado si sopportare carici di trazioni impressionanti.

Costituisce il tendine del muscolo gastrocnemio (il polpaccio) che è formato da 3 muscoli (gemello mediale e laterale e più in profondità dal muscolo soleo).

Si inserisce a livello del calcagno (un grosso osso che forma le ossa del piede) e permette con la sua contrazione la flessione plantare della caviglia, il classico movimento di quando ci alziamo sulle punte dei piedi; mentre il suo allungamento determina un movimento di flessione dorsale, movimento che facciamo ogni volta che durante una camminata appoggiamo a terra prima il tallone e successivamente la restante parte del piede.

QUANDO SI INFIAMMA UN TENDINE DI ACHILLE?

La letteratura scientifica ci dimostra come la tendinopatia achillea si possa manifestare soprattutto a causa di due eventi:

  • eccessivo carico di lavoro
  • eccessiva ampiezza di lavoro

con questi due parametri intendiamo principalmente situazioni dove il tendine viene stressato con allenamenti veloci, con salite, con balsi e salti.

COSA ACCADE AL TENDINE INFIAMMATO?

In occasioni dei due eccessi precedentemente menzionati il tendine può da prima:

  • infiammarsi; il classico quadro della tendinite

e successivamente può trasformarsi in:

  • tendinosi; ovvero tessuto cicatriziale.

Tutto questo può determinare una rigidità importante del tendine che può andare a perdere la sua capacità più elastica e diventare come un “corda” molto tesa creando molte difficoltà e paure anche in movimenti della vita quotidiana.

Questa infiammazione può localizzarsi a diversi livelli:

  • a livello del corpo del tendine
  • nella zona inserzionale con il calcagno
  • alla borsa, tra tendine e osso del calcagno
  • addirittura creare un rigonfiamento dell’ esostosi calcaneare (sindrome di Haglund) un vero e proprio rigonfiamento dell’osso.

Come vedremo in seguito queste diverse localizzazioni sono fondamentali per il fisioterapista per intraprendere fin da subito un programma di recupero ottimale.

QUALI SONO I SINTOMI E I TEST EVOCATIVI DEL DOLORE?

I sintomi di questa infiammazioni sono molto precisi e di facile individuazione, e per tanto possiamo trovare:

  • un dolore localizzato direttamente al tendine di Achille, nel mezzo o a livello del calcagno
  • dolore e fastidio alla palpazione del tendine
  • difficoltà eseguire i primi passi al risveglio la mattina
  • difficoltà e/o dolore nell’andare in punta di piedi, soprattutto con solo il piede del tendine infiammato
  • difficoltà e/o dolore nel salire e scendere le scale
  • difficolta e/o dolore nel saltare
  • difficoltà e/o dolore nel camminare o nell’aumentare l’andatura a piedi.

QUALI SONO I TRATTAMENTI MIGLIORI DA ESEGUIRE?

La letteratura scientifica ancora una volta ha chiarito bene come sia fondamentale mettere in atto dei trattamenti attivi per il recupero del trofismo, della forza e della capacità elastica per tutte le infiammazioni che riguardano i tendini.

A maggior ragione se il paziente colpito da un infiammazione al tendine di Achille è un podista, risulta essere ancora più importante andare a recuperare, in maniera graduale e rispettando i tempi, un adattamento al carico sul tendine che sarà l’aspetto fondamentale per il suo ritorno alla corsa.

COME AGIRE SULLE DIVERSE TIPOLOGIE DI TENDINOPATIE?

TRATTAMENTO A BREVE TERMINE

In questa fase clinica ci troviamo nella situazione dove gli aspetti più importanti possono essere:

  • il dolore
  • la difficoltà ad eseguire anche semplici movimenti
  • la paura di peggiorare la situazione

quindi in queste situazioni è fondamentale in ambito fisioterapico lavorare sui seguenti aspetti:

  • lavorare sul concetto del dolore, ovvero spiegare al pz, grazie all’evidenza scientifica che dolore non significa LESIONE!!! Pertanto è opportuno e sicuro iniziare a trattare attivamente il tendine.
  • Ridurre, ma non eliminare del tutto, i fattori di stress sul tendine evitando all’inizio quelle situazioni che possono averlo infiammato (velocità, pliometria, corsa in salita, salti ecce cc) quindi fondamentale una corretta anamnesi del fisioterapista con la  ricerca delle situazioni dolorose avvertite dal runner.
  • Fondamentale mantenere un adattamento generale del corpo, quindi lavorare sul tronco e braccia e lavorare su aspetto aerobico con bici e/o nuoto; fondamentale mantenere il runner attivo per aiutare la riduzione del dolore e evitare il decondizionamento generale.
  • Evitare ghiaccio e farmaci antinfiammatori perché rallentano il processo di guarigione
  • Sono concesse uscite di corsa sempre dopo aver stabilito bene con il fisioterapista la durata e l’intensità di esse con l’utilizzo però in questa di scarpe più protettive, con più ammortizzamento, con drop più alto, per consentire una riattivazione della muscolatura anche degli arti inferiori andando a ridurre il dolore durante una prima fase di ritorno alla corsa.
  • Eseguire fin sa subito:
    • Esercizi isometrici di rinforzo della muscolatura dei flessori plantare, sia da seduto che in piedi
    • Contrazioni isometriche del polpaccio, prima da seduto e poi da in piedi
  • Incrementare in questi esercizi, in base al runner e alla clinica, il numero di serie e ripetizioni, il tempo di tenuta e il carico.
    • In stazione eretta, e in modo incrementale su superfici instabili, esercizi di propriocettiva su due piedi poi solo sul piede interessato.
    • Evitare esercizi di allungamento del tendine (stretching passivo)

TRATTAMENTO A LUNGO TERMINE

Questa fase deve iniziare quando il runner tollera bene gli esercizi della fase iniziale, non ha paura ad eseguire certi movimenti e riesce a gestire un po’ di carico sul tendine.

Quindi in questa fase con la guida del fisioterapista andremo a :

  • Aumentare il lavoro di carico sul tendine con volumi di allenamento sempre maggiori
  • Inserimento in maniera graduale lavori di intervallati, per recuperare le capacità elastiche del tendine durante la corsa
  • Incrementare la velocità
  • Inserimento di esercizi riguardanti, salti, balzi monopodalici, pliometria e corsa in salita.
  • Esercizi di rinforzo della muscolatura plantare e del polpaccio con esercizi non più isometrici ma isotonici, con movimento, e soprattutto esercizi funzionali ovvero che vadano a riprodurre il più fedelmente possibile il gesto della corsa.
  • In questa fase possono essere inseriti esercizi di allungamento del tendine di Achille se fosse presente un asimmetria da rigidità della articolazione rispetto alla controlaterale.

Altrimenti è bene rimarcare come gli esercizi di allungamento statici non rientrano in un programma di riabilitazione per tendinopatia Achillea.

  • Controllo della biomeccanica di corsa (argomento fondamentale che tratteremo nel prossimo articolo)

DIFFERENZE TRA TENDINOPATIE:

Come letto in precedenza le diverse  localizzazioni della tendinopatia sono fondamentali da sapere per il fisioterapista per intraprendere fin da subito un programma di recupero ottimale.

Infatti possiamo anticipare alcuni aspetti:

  • tendinopatie nel corpo del tendine hanno una prognosi migliore rispetto alle tendinopatie inserzionali quelle che inseriscono a livello dell’osso.
  • In quelle inserzionali la maggior parte degli esercizi avrà una fase iniziale con partenza già in posizione di leggera flessione plantare per stressare meno il tendine.
  • Stesso ultimo discorso per i quadri di borsite retrotendinea

FINALMENTE TORNARE A CORRERE IN SICUREZZA!!!

Come abbiamo potuto leggere insieme, la riabilitazione di una tendinopatia per un runner è importante e deve essere però svolta insieme a  fisioterapisti specializzati nella corsa.

Il ruolo attivo e la partecipazione dinamica del runner saranno una delle caratteristiche più importanti per non decondizionare tutto il corpo e non far perdere ai tendini quelle capacità di carico che risultano essere fondamentali per il loro benessere.

Quindi aspetti da tenere in considerazione per una efficace prevenzione:

  • Mantenere un adeguato rinforzo muscolare di tutto il corpo soprattutto con esercizi funzionali.
  • Mantenere e aumentare la tolleranza allo stress meccanico sul tendine IL CARICO FA BENE AL TENDINE!!! NON IL CONTRARIO !!!!!!!!
  • Una biomeccanica di corsa più protettiva, come menzionato nel  trattamento a breve termine, dovrebbe in maniera graduale e sotto un monitoraggio costante essere poi abbandonata per il andare incontro ad una corsa meno protettiva.

Una corsa meno protettiva, con scarpe più leggere, deve però tener conto del maggior carico che verrà portato alla muscolatura flessoria del piede e della gamba pertanto sarà opportuno eseguire una corsa che faccia: meno rumore possibile dei passi, una maggiore cadenza e una falcata più breve. (tutti aspetti che tratteremo nel prossimo articolo in modo dettagliato).

Noi della Fisioterapia Forte dei Marmi siamo tutti fisioterapisti laureati e specializzati nelle problematiche sportive riguardanti la corsa e grazie al lavoro che quotidianamente facciamo con runner sia amatoriali che professionisti, ti daremo tutta la nostra competenza e metteremo  in atto per te un programma specifico per il tuo recupero e per farti tornare a correre con felicità e in tutta sicurezza.

A cura di:

MATTEO SANTOLI, FT, CAS

  • Terapia Manuale disturbi muscolo-scheletrici
  • Fisioterapista problematiche chirurgiche e non chirurgiche spalla, anca, ginocchio.
  • Fisioterapista recupero in ambito sportivo
  • Fisioterapista problematiche di Dolore Cronico
  • Fisioterapista Nazionale Italiana Triathlon
Matteo Santoli
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